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Psicogeriatria
Il know-how specifico socio-assistenziale (dal 1970) e l’approfondita esperienza nell’ambito della residenzialità psichiatrica assistenziale e riabilitativa, con le Comunità Protette di Villa Bernocchi (dal 1999 due Comunità ad Alta Protezione, ora denominante Comunità ad Alta Assistenza – CPA), e della Residenza Giardino (dal 2002 una Comunità ad Alta Protezione ora CPA ed una a Media Protezione, ora CPM), hanno consolidato nel Gruppo “Le Residenze” la volontà di coniugare i due ambiti, ormai solidamente espressi, con una progettualità dedicata all’utenza psicogeriatrica.
Nelle RSA con personale debitamente formato e con consulenza psichiatrica, possono infatti trovare accoglienza pazienti con patologia psicotica esordita in età giovanile, adulta o senile ad evoluzione cronica e che allo stato attuale presentino disturbi riferibili alla patologia psichiatrica, in fase di cronicità attiva o di residualità, in un contesto di paziente psichiatrico comorbido e disfunzionale.
Sono motivi di esclusione: psicosi in fase di acuzie o subacuzie persistenti, demenze con deficit delle funzioni cognitive che abbiano compromesso in modo rilevante il rapporto di realtà e la capacità di cura di sé, problematiche psicologiche o psichiatriche riferibili unicamente a disturbi di adattamento alla condizione senile per le modificazioni somatiche e le perdite che inevitabilmente accompagnano la vecchiaia.
La metodologia degli interventi e della gestione presenta un approccio multidisciplinare, dalla valutazione all’assesment, alla diagnosi e al trattamento.
Per quanto riguarda poi i criteri generali dell’intervento psichiatrico specialistico, l’obiettivo fondamentale è l’integrazione dell’intervento psichiatrico nell’équipe multidisciplinare strutturata in RSA al fine di produrre un piano di assistenza nel quale si comprendano principalmente: il controllo della sintomatologia psicopatologica con strumenti farmacologici e di psicologia geriatrica, il recupero o il mantenimento di abilità elementari e relazionali, il miglioramento del livello di socialità.
A ciò c’è da aggiungere, come obiettivo più specifico dell’età senile, la necessità di un reinvestimento narcisistico, il cui deficit è caratteristico di molte manifestazioni comportamentali ed anche cliniche del soggetto anziano, per permettere un miglior confronto con le frustrazioni esterne o derivanti dal decadimento somatico, un’elaborazione di nuovi valori ed un aumento dell’autostima.
Modalità per il perseguimento di questi obiettivi è innanzitutto un atteggiamento psicoterapico, basato sulla relazione interpersonale, che, se ha un grande rilievo in tutte le helping profession , assume in psichiatria ed in particolare in psicogeriatria , un significato più specifico e profondo, in quanto, più che in altre situazioni, la sofferenza mentale implica vissuti di perdita di fattori di sostegno.
Oltre a ciò modalità importanti sono trattamenti individuali e soprattutto di gruppo più strutturati con riferimento prevalente a tecniche comportamentistiche o cognitivo-comportamentali.
Per l’accessibilità vi è la massima disponibilità ed apertura ai bisogni e alle esigenze del territorio e alle relazioni con Enti e Strutture interessate ad utilizzare questo tipo di servizio.
In particolare si pensa ad un rapporto continuativo ed approfondito con il DSM per valutazioni epidemiologiche e di adeguatezza del Nucleo sotto il profilo di soddisfacimento di bisogni e correttezza di interventi e con i CPS per una collaborazione in ambito clinico, soprattutto per quanto riguarda la redazione dei piani terapeutici, per le prescrizioni che questi richiedono.
Il lavoro educativo nel nucleo di psicogeriatria calibra i suoi interventi in particolare su anziani con malattia psichiatrica che conservano ancora buone riserve funzionali. In questa prospettiva è stata strutturata una gestione della vita quotidiana centrata sullo sviluppo di autonomie e del senso di responsabilità di ciascun ospite.
Gli ospiti sono chiamati alla cura dei propri spazi e dei propri oggetti (attraverso la collaborazione con il personale assistenziale), nonché alla responsabilizzazione sulla gestione del proprio denaro attraverso progetti individuali seguiti dall’educatore ed esplicati sul territorio.
Non è tralasciata la risposta ai bisogni più elevati, quali l’autorealizzazione e l’orientamento esistenziale. Per questo motivo è stato costruito uno spazio, liberamente fruibile, che richiama l’ambiente familiare nel quale la persona si possa sentire padrona del proprio tempo e della propria esperienza di vita, esercitando liberamente la propria azione. In tale spazio alcuni ospiti gestiscono autonomamente attività di piccolo gruppo.